Parlare della Sezione calcio è compito più arduo poiché già con una sua precedente storia è poi “rinata” con il sorgere dell’Unione Sportiva Olimpia stessa. Se poi pensiamo che il giocare al pallone ha sempre appassionato più di ogni altra cosa i ragazzi, si capisce perché nell’oratorio ogni angolo, ogni spazio libero è sempre stato utilizzato e ritenuto adatto per rincorrere la palla. Già nella vecchia sede dell’Oratorio di via Torretta, eravamo intorno al 1922, operavano squadre dell’Irides. In occasione del trasferimento dell’Oratorio in via Borgo Palazzo, nel 1945, le varie attività sportive si fusero in una società unica e la Sezione calcio continuò l’attività con i colori sociali rosso-blu e mantenendo per un certo periodo il nome di Irides, assumendo poi quello unitario di “Olimpia”. Dal 1945 al 1952, essendo il campo da calcio di dimensioni ridotte, si giocava con squadre a sette giocatori e l’attività predominante era svolta a livello ricreativo con tornei tra gli oratori di città, tra classi di catechismo e incontri tra squadre di varie vie del quartiere. Nel 1953, dopo una costosa e per quei tempi quasi inusitata ristrutturazione dell’edificio oratoriano, il campo di calcio fu ampliato e reso idoneo al gioco con squadre a undici giocatori. Fu così che prese decisamente piede la trasformazione dell’attività sportiva da ricreativa ad agonistica. Vi fu allora anche la riorganizzazione della Sezione con i quadri di dirigenti, allenatori, accompagnatori e una presidenza. È giusto qui segnalare alcuni nomi di persone che fecero la storia della Sezione anche per riconoscere che se oggi è difficile gestire una società come l’Olimpia, certo allora furono fatti sforzi enormi e furono superati con impegno difficili problemi.
È ancora negli occhi di tutti l’immagine del campo sportivo attorniato nelle serate estive da migliaia di appassionati che qui si incontravano e avevano modo di applaudire le prodezze di calciatori più o meno noti.
Tempi di forte impegno e di notevoli cambiamenti nella società e quindi anche nell’ambito sportivo hanno visto le presidenze di Giambattista Longhi e di Fabiano Tassetti. L’intento comune è sempre stato e rimane quello di mantenere pura tra i problemi e le diverse prospettive la fedeltà all’ispirazione di fondo. La sezione calcio ha avuto la fortuna e l’impegno di educare centinaia di ragazzi e di giovani del nostro Borgo, allestendo ogni anno non meno di sei squadre con una ventina di giocatori ciascuna. Da non dimenticare i ragazzi della scuola-calcio magistralmente condotta da Piero Leidi, finché le forze glielo hanno consentito e inizialmente con la collaborazione di Bepi Rota poi entrambi sostituiti, per ragioni anagrafiche, da altri sempre validi allenatori e collaboratori che hanno garantito un efficace serbatoio di forze nuove e preparate. Torna facile concludere che il numero degli atleti che attraverso l’attività sportiva si sono preparati alla vita adulta calcando il terreno del campo sportivo di Borgo Palazzo sono certamente migliaia. La pluridecennale attività ha fatto anche emergere alla fine degli anni ’80 le pietre dei vecchi rifugi di guerra sui quali era stato costruito il campo sportivo. Ecco allora con l’esigenza di rifacimento del fondo, rimettersi in moto ancora una volta la capacità organizzativa dell’Olimpia. Dopo i necessari e vari preliminari il lavoro prese inizio nel 1990 con la collaborazione di tutti i dirigenti e nel giugno dello stesso anno si tenne l’inaugurazione del nuovo campo in terra battuta. Alla cerimonia, con la presenza delle autorità cittadine, con il lancio di palloni di gara con i colori sociali da un elicottero dei Carabinieri, era presente anche una delegazione dei “Vipers”, una società di calcio degli Stati Uniti che nel seguente anno è stata ospitata a Bergamo per incontri e scambi di esperienze. Da questo primo approccio avviato da Marco Vecchi dirigente della Sezione sci che aveva soggiornato per motivi di lavoro a Detroit, scaturì poi la possibilità per la squadra Under ’21 dell’Olimpia di poter effettuare un viaggio negli USA e in Canada nel giugno del 1993. Con la guida di Gianci Cattaneo e Beppe Riva gli atleti, oltre che ottenere grossi consensi dal lato sportivo, hanno potuto stringere amicizie che potranno essere importanti per il ripetersi di simili eventi. La positiva esperienza è ancor motivo di nostalgici ricordi da parte dei partecipanti, atleti e dirigenti, alcuni dei quali hanno continuato a mantenere i contatti ed i rapporti di amicizia che allora si erano creati. Negli anni successivi una grave malattia impose la sostituzione alla presidenza di Fabiano Tassetti con Giovanni Carminati che condusse la sezione, per più di un decennio, con la capacità e la sensibilità che gli erano proprie e che già aveva dimostrato nel dirigere la sezione atletica. Le impegnative sfide proposte dal nuovo secolo, non ultima quella del sempre crescente numero di extra comunitari, suggerirono un cambio generazionale. Vennero chiamati a ricoprire i posti chiave, eravamo nel 2006, “tre figli” della sezione: Pier Giorgio Fornoni alla presidenza, Enrico Bonaldi alla segreteria ed Omar Valenti come direttore tecnico, con i quali si entra nella storia più recente dell’Olimpia, rompendo la consuetudine di una figura egemonica alla conduzione del calcio. Primo traguardo raggiunto, non senza le inevitabili difficoltà iniziali, una rinnovata e maggior collaborazione con la Parrocchia che portò alla realizzazione di quel gioiello in miniatura che è oggi il campo di calcio. Impegno economico, organizzativo e realizzativo di proporzioni immense, ma portato brillantemente a termine con la consueta caparbietà da chi è abituato, con lo sport, a vincere le sfide alle quali è chiamato. Indispensabile e fondamentale è stata la “benedizione” inziale del don Eliseo Pasinelli. La nuova tribuna in parte coperta, con sottostanti nuovi magazzini, ed il nuovo manto in erba sintetica di ultima generazione hanno fatto la gioia degli spettatori, non più esposti alle intemperie e, dei giocatori che hanno risparmiato le ginocchia dalle sbucciature procurate dal precedente campo in terra battuta. Il tempismo in questo intervento, finito nel 2008, fu fondamentale perché subito dopo iniziò la grave crisi economica, ancora in corso, che non avrebbe certo consentito nemmeno di ipotizzare una spesa così rilevante. La nuova struttura suscitò l’amichevole rimpianto dei vecchi giocatori dell’Olimpia e la cosa stuzzicò immediatamente l’inesauribile dinamismo di Omar Valenti e Marco Carissimi. Con un indescrivibile lavoro di ricerca e di contatti inventarono una “rimpatriata” di vecchie glorie. Nacque così il “Torneo della Presidenza”, che ancor oggi si ripete con l’iniziale entusiasmo e successo, durante il quale “vecchi” giocatori si sfidano sotto lo sguardo nostalgico dei genitori e quello spesso irridente dei figli con presenze che mediamente arrivano a 300 persone. Di questi anni vanno inoltre ricordati: la militanza della prima squadra per ben 4 anni consecutivi in II categoria e per la prima volta nella storia della sezione; la memorabile partita amichevole con l’Atalanta nel 2009 che ancor oggi riempie d’orgoglio i partecipanti; la vittoria del Trofeo Ceresoli nel 2011 ed infine l’ospitalità data dall’Inter di Mazzarini per un allenamento prima della partita serale con l’Atalanta nel 2013. Questo dinamismo fu premiato, con una targa consegnata da Pazzini e Montolivo, dal Milan che individuò nell’Oratorio di Borgo Palazzo il più meritevole della provincia per l’impegno sportivo. I principi originari e fondamentali dell’Olimpia che lo sport non è il fine, ma solo il mezzo per educare e sensibilizzare i ragazzi sono sempre stati vivi ed applicati in significativi momenti. Il più toccante si è realizzato nel pomeriggio del giugno 2010 trascorso con Stefano Borgonovo, il giocatore di serie A e della Nazionale colpito da SLA, completamente paralizzato ed in grado di comunicare solo attraverso un sintetizzatore. In un teatro del Borgo gremito venne presentato il libro, testimone dell’incipiente malattia, scritto dal giocatore che ha poi faticosamente risposto alle domande dei presenti. Pomeriggio commovente che ha lasciato un profondo segno in tutti i partecipanti. In quest’ottica la sezione iniziò anche a collaborare all’organizzazione della giornata dedicata ai ragazzi portatori di handicap psichici, iniziativa destinata ad importanti sviluppi. Nell’anno del settantesimo infatti la sezione calcio da vita ad un nuovo progetto che prende il nome di “Strabalù”. Partendo da una semplice partita di fine stagione, alla quale prendevano parte sia dirigenti della sezione calcio che ragazzi diversamente abili, il progetto si è sviluppato grazie al contributo del Comune di Bergamo (Progetto Senzacca). L’obbiettivo si è concretizzato attraverso l’allestimento di una squadra di calcio a 5 che vede protagonisti ragazzi diversamente abili, compagine che parteciperà ad un campionato del CSI nella categoria “Calcio a 5 Special”. Il progetto testimonia l’impegno e la sensibilità della sezione, nonché dell’U.S. Olimpia, nei confronti dei temi legati al sociale-sportivo ed all’integrazione territoriale. Da ultimo, va ricordato la fusione con l’“F.C. Settepiglio”, associazione di calcio dilettantistico, anch’essa radicata da anni all’interno dell’oratorio, che ha dato vita nel 2013 alla Agnelli Olimpia 7PM. Detta fusione ha completato l’offerta sportiva della sezione, inserendo il “calcio a 5”, il “calcio a 7” ed il “calcio a 11” Dilettanti CSI, ponendo le basi per il coinvolgimento di nuove forze inedite al sostegno dell’attività calcistica giovanile. Il sogno… continua, 70° U.S. Olimpia asd Nel 1982, Giovanni Carminati, figlio di quel dirigente storico del ciclismo Bergamasco detto “Saco Bigio”, riallacciandosi al filo interrotto prima della guerra della Società di ginnastica “Irides”, rilancia l’attività dell’atletica giovanile. In collaborazione con Merighi Amedeo, Bertocchi Giuseppina, Boselli Giulio, Locatelli Giulia e Laura Bianchi, ripartono per questa nuova sezione.
Cinque educatori-istruttori che rispondono, con la loro attività e professionalità alla domanda: “Che uomo voglio far crescere attraverso lo sport?”
È proprio su questo passaggio che un bravo allenatore è chiamato in causa non più solo come semplice addestratore, preoccupato solo dei muscoli e dei risultati, ma come educatore capace di trasmettere valori, stile, comportamento, coerenza. Un bravo allenatore non accetta di fare di ogni sconfitta un dramma; insegna che non è aggirando l’ostacolo che si può ottenere la vittoria; gestisce qualità diverse per il bene della squadra; rispetta per primo la regola; riconosce la bravura dell’avversario, apprezza anche tutto ciò che non è sport… Lui, l’allenatore deve: sapere (conoscere i valori che arricchiscono una vita), saper fare (possedere una padronanza capace di applicarli nella vita), per saper essere sono anche i tre pilastri dell’educazione dell’educazione che portano un ragazzo a comprendere come vivere in modo giusto e responsabile, membro di una famiglia e di una comunità, capace di un pensiero autonomo e critico, per poter decidere da solo ciò che è giusto fare nelle diverse circostanze della vita. In questo senso, allora, possiamo affermare che lo sport è educativo. Non perché non si vuole vincere, ma perché si vuole crescere verso un uomo maturo e riuscito. Educare è portare a maturità un uomo perché possa prendere posizione nella vita e perché, ogni persona impegnata nell’attività sportiva, soprattutto gli allenatori, diventano veri educatori o veri life-coach, cioè allenatore alla vita: capace di far crescere un ragazzo. Ricordare tutti gli Atleti/e che hanno iniziato la loro carriera a Bergamo è impossibile. Ne citiamo alcuni Walma De Angeli, Amos Rota, Elena Scarpellini, Micol Cattaneo, Raffaella Lamera, Marta Milani, Michele Oberti, Andrea Oliverio, atlete/i che nel proseguo della loro carriera hanno conquistato Titoli Italiani ed indossato la maglia azzurra. Fermiamoci ad Andrea Oliverio atleta che con i colori dell’Olimpia ha conquistato, Clusone 1999, il Titolo Italiano Allievi nei mt. 100 con il tempo di 10.94. Il sogno… continua, 70° U.S. Olimpia asd |
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